Nella giornata di ieri, giovedì 24/06, abbiamo appreso con stupore e meraviglia dell’intervento della Polizia Locale di Fiumicino nei confronti di alcuni esercenti situati nell’area pedonale di Parco Leonardo.
Aldilà delle motivazioni di intervento, che sia stato a seguito di segnalazioni terze o di attività ordinaria, in un momento di grande criticità post-covid è stato quasi surreale notare lo zelo, la celerità e lo scrupolo con cui sono state elevate sanzioni amministrative o supposte tali.
Che siano già state notificate o ancora in corso di accertamento è da verificare, ma aldilà delle dinamiche, dei dettagli e di qualunque iter amministrativo, in questo momento dovrebbe vigere il buon senso prima di tutto.
E ci teniamo ad essere chiari.
A seguito della sospensione di molte attività produttive ed economiche disposta dal DPCM 11 Marzo 2020, dopo i successivi provvedimenti statali e regionali per contrastare il contagio epidemiologico, la condizione di isolamento ha avuto forte incidenza sul tessuto economico e sociale.
In pratica ha azzerato la vita delle persone e di molte aziende, ha cancellato la socialità come la conoscevamo, ha limitato persino le libertà personali ed in una fase di timida ripresa non pensiamo sia il momento di puntare il dito contro chi prova a ripartire.
Sappiamo bene che non è dipeso direttamente dall’amministrazione comunale, ma corre l’obbligo che questa si faccia garante delle necessità dei cittadini e delle imprese e ristabilisca la bilancia del buonsenso, lo ripeto.
Anche perché, entrando nel merito, i cittadini di Parco Leonardo si pongono molti interrogativi e chiedono risposte in merito alle attività della Polizia Locale:
- dov’erano quando i tanti residenti lamentavano la sosta selvaggia in un’arena privata, seppur ad uso pubblico?
- dov’erano quando i residenti chiedevano supporto presso un presidio perennemente vuoto?
- dov’erano quando il Comitato di quartiere ha promosso i sit-in di protesta per sostenere le istanze dei cittadini?
Queste sono le domande che gli abitanti del quartiere si pongono.
Tutti gli incontri svolti, compresa la condivisione del regolamento delle piazze nell’area pedonale, ancora attendono una risposta ufficiale. I cittadini ora pretendono lo stesso zelo, celerità e scrupolo.
Apprezzabili e di sicuro interesse sono state le delibere di Giunta Comunale n. 48 del 20 maggio 2020 e n. 60 del 12 giugno 2020 e quelle a seguire, delibere con cui l’amministrazione comunale di Fiumicino ha sostenuto la necessità di “un più ampio ed articolato utilizzo delle aree pubbliche e private nonché l’adozione di iter semplificati per diminuire i tempi delle procedure amministrative, al fine di creare le condizioni più favorevoli possibili alla ripresa economica”; e per questo “è stata approvata una ulteriore proroga fine di consentire ai pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande di poter richiedere il rinnovo delle autorizzazioni di suolo pubblico, fino al 31 dicembre 2021”.
Iniziativa lodevole, quanto necessaria.
Per questo abbiamo accolto le numerose richieste dei residenti a sostegno delle nostre attività commerciali, oltre che sottolineare l’amarezza delle stesse attività coinvolte.
Vogliamo tutti contribuire al recupero della socialità ed al miglioramento dei nostri quartieri anche supportando chi investe nel territorio, che siano bar, ristoranti, negozi o servizi in generale.
E’ il momento di sostenere il nostro tessuto sociale ed economico.
E’ fuori da ogni logica di aiuto e supporto pensare di elevare possibili sanzioni per la predisposizione di maggiori tavolini su una superficie privata (ad uso pubblico), di certo un’azione utile a consentire il distanziamento sociale, nonché incentivarne l’utilizzo a favore dei residenti del quartiere Parco Leonardo.
Non possiamo parlare di ripresa, di aiuto, di supporto e poi entrare a gamba tesa (seppur secondo pratiche amministrative) nel ruolo sociale delle nostre attività di quartiere, perché di questo si tratta.
Ogni singola attività commerciale, dalla più piccola alla più grande ha rilevanza sociale, aggregativa, comunitaria.
E’ questo il punto più importante.
Sanzionare adesso una piccola attività di quartiere vuol dire rendere difficile la vita all’attività stessa con conseguenti ripercussioni sui residenti, perché ogni azienda in difficoltà è un passo indietro verso il ripopolamento commerciale della zona.
Non vogliamo assolutamente legittimare alcuna azione che esuli dagli adempimenti fiscali o amministrativi, non è nostro compito, ma abbiamo l’obbligo di occuparci del benessere della nostra comunità e questo passa soprattutto da una migliore socialità e da maggiori spazi di condivisione.
La convivenza civile tra attività commerciali e residenti è d’obbligo ed il supporto dell’amministrazione comunale è fondamentale.
Questo è il momento di stare uniti con i fatti, non a parole.
Oggi è il momento di recuperare il collante tra istituzioni e società civile, tra commercio e territorio.
Finalmente i locali di via Brunelleschi e di tutta l’area pedonale stanno tornando a vivere grazie al patto sociale che sosteniamo da tempo: la collaborazione tra residenti ed imprenditori locali.
Vedere famiglie e bambini popolare le nostre piazze è sintomo di speranza per il futuro, non fermiamoli, non ostacoliamoli.
Chiediamo un ritorno alla normalità, non una caccia alle streghe.
L’amministrazione comunale sia come sempre garante delle necessità di tutti, dimostri sensibilità come in altre occasioni, faccia chiarezza e dia una mano ai suoi contribuenti principali.
E’ il momento di essere una comunità, sia bilancia del buonsenso.