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Fiumicino – Mario Valvo e Antonio Canto, il passato e il presente, con uno sguardo verso il futuro di Parco Leonardo. “Un articolato intervento di sviluppo edilizio – come è descritto nei dépliant del costruttore – riconducibile ad un sistema integratocomprendente le funzioni residenziale, commerciale, direzionale e di intrattenimento. L’idea guida nella concezione di Parco Leonardo è la realizzazione di una “città del futuro” che racchiuda in sé tutte le funzioni, attività e servizi propri di un insediamento autosufficiente seppur in stretta connessione con il territorio”.
La storia di Parco Leonardo inizia nel 1989, quando il Gruppo Leonardo Caltagirone acquista un terreno nel Comune di Fiumicino. La progettazione del Masterplan risale al 1990. La posa della prima pietra di Parco Leonardo risale al 2001 e corrisponde al primo edificio del complesso residenziale Pleiadi.
Negli anni il quartiere di Parco Leonardo ha faticato a sentirsi parte di Fiumicino; anzi, a dirla tutta ha faticato a sentirsi “comunità”. Nel tempo ci ha provato il Comitato di Quartiere ad invertire la tendenza, e a far crescere il quartiere sia come unione di persone sia come servizi, interloquendo con il costruttore e con il Comune. Un percorso difficile, segnato da diversi insuccessi, fino all’arrivo di Mario Valvo alla presidenza del Comitato di Quartiere Parco Leonardo, che è riuscito a formare una “squadra d’assalto”.
Ora il testimone è passato alle nuove generazioni, impersonificate dal presidente Antonio Canto. Stessi obiettivi, diverso modo di interpretarli. Li abbiamo contattati per cercare di capire cosa sia cambiato negli anni, quali siano le criticità attuali, le speranze per il futuro, la loro lettura del territorio. Ne è nata un’intervista doppia,che proponiamo in 5 domande, leggibili pagina per pagina, che rappresenta uno spaccato “storico” del quartiere.
DOMANDA N.1
Come ha trovato Parco Leonardo quando è arrivato?
VALVO – “Ho scelto Parco Leonardo per le sue caratteristiche uniche e le sue potenzialità. Un quartiere dove si può vivere bene e creare uno spirito comunitario tipico delle piccole località pur essendo questo vicino alla Capitale. Ero consapevole che queste potenzialità erano e sono tutt’ora inespresse e soprattutto che i Residenti e le loro legittime esigenze erano inascoltate.
Per questo motivo, insieme ad altre splendide persone che ho imparato a stimare ed apprezzare, abbiamo deciso di creare il Cqpl, ci siamo accreditati presso il Comune e il Costruttore, che all’epoca avevano un rapporto piuttosto distaccato se non conflittuale ed abbiamo operato con forte spirito di mediazione per unire, piuttosto che dividere, e indirizzare il rinnovo della Convenzione verso le reali esigenze dei Residenti.
Ora, la Convenzione è finalmente firmata e ci aspettiamo che le parole, le promesse e gli atti cartacei si trasformino in opere e servizi fruibili dai Cittadini di Parco Leonardo e dagli Operatori Commerciali”.
CANTO – “Lavoravo a Parco Leonardo già da qualche anno, quindi i primi tempi avevo l’impressione che fosse un isolotto tra due mari, uno burrascoso, Roma; l’altro a me sconosciuto, Fiumicino. Successivamente ho deciso anche di abitarci, questo denota la convinzione con cui ho scelto di vivere qui.
Essendomi occupato di comunicazione, sostenibilità e startup, mi ha sempre incuriosito vedere come le persone interagiscono con i contesti urbani dove vivono: case basse o palazzi non cambia molto, essendo tutti “luoghi dell’abitare “, sono i contenuti a fare la differenza, a caratterizzare il contenitore. Per contenuti mi riferisco alle dinamiche sociali e come la collettività usa gli spazi a disposizione. Quindi mi piace vedere il quartiere “in divenire”, senza soffermarmi sulle mancanze, ma sulle sue potenzialità, una nana bianca che vuole crescere.
L’aspetto più rilevante che ho percepito è stato la disaffezione, lo scollamento sociale, l’assenza di riferimenti ed il silenzio. Ho sempre notato un distacco tra chi provasse ad occuparsi delle questioni irrisolte e chi vive nel quartiere, entità separate, piccole realtà auto-referenziali.
Sapete cosa sono Pleiadi, Polis e Athena? Aree di Parco Leonardo. Vicine sulla carta, distanti e separate nella percezione comune. C’è voluto tempo per fare chiarezza. Sono partito da una prospettiva diversa: il quartiere è uno, dalla rotatoria di Fiera di Roma alla rotatoria sulla Portuense per Fiumicino. Questo per me è il minimo comune denominatore”.
DOMANDA N.2
Quali sono le 5 priorità che ha ritenuto fondamentali al momento del suo insediamento a presidente?
VALVO – “La prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di creare un Gruppo Facebook per dare voce ai Residenti e un Sito per informare e mantenere storia di tutte le attività del Comitato. Tutti i problemi di Parco Leonardo sono stati censiti, recuperando tutte le iniziative pregresse e aggregando chi aveva già dato dei contributi e successivamente, tramite un sondaggio on line, sono state stabilite le priorità. Le cose censite sono tante ma le cinque più importanti che abbiamo rilevato sono state:
1. Il rinnovo della Convenzione riportando il faraonico progetto iniziale a obiettivi più concreti e realizzabili e la chiusura delle opere di primaria e secondaria urbanizzazione;
2. L’integrazione con il territorio e quindi con i progetti che il Comune di Fiumicino aveva in cantiere;
3. La riqualificazione del Quartiere, il recupero del decoro e la lotta al degrado;
4. La Sicurezza e il rispetto della legalità;
5. La realizzazione/impianto di spazi per la socializzazione e aggregazione e di eventi di qualità”.
CANTO – “Appurato che le necessità di ogni quartiere, Parco Leonardo compreso, siano Sicurezza, Mobilità, Verde Pubblico, Decoro Urbano o per noi la Convenzione (un mostro mitologico da inseguire ancora oggi nonostante sia stata firmata a Marzo 2018), ho sempre collocato questi ambiti nel campo delle azioni “visibili”, evidenti. Non farei nulla di nuovo se mi limitassi a correre solo per tali istanze.
Il problema principale di Parco Leonardo è quello che non si vede: superficialità, approssimazione, senso civico, coesione e soprattutto lo spirito comunitario. Assente, ma non per tutti. Sfumature essenziali affinché si realizzi una vera comunità. Ho iniziato a girare il quartiere, a parlare con i residenti e queste sono le prime cose che le persone mi hanno fatto notare.
La mia mission quindi è stata da subito “Pensa globale, agisci locale”. Provando a:
1. Contribuire attivamente a sviluppare i principi di comunità e identità sociale
2: Migliorare il territorio attraverso un nuovo percorso culturale e il dialogo istituzionale;
3. Stimolare l’economia locale tra residenti, aziende ed operatori con eventi programmati;
4. Ottenere una rappresentanza attiva nei rapporti con il Consorzio con un’assemblea di Amministratori e Rappresentanti dei condomini e le realtà più importanti del quartiere;
5. Essere realmente la 14esima realtà del Comune di Fiumicino promuovendo attività trasversali assieme ad altri comitati o associazioni presenti nelle altre località del territorio. Da questi propositi non mi schiodo”.
DOMANDA N.3
Parco Leonardo è più “Roma” o più “Fiumicino”?
VALVO – “Parco Leonardo, pur essendo una naturale cerniera tra il territorio di Fiumicino e la Capitale, non era, all’epoca, né l’una né l’altra cosa e non era tenuto nella giusta considerazione. Oggi, è, invece, chiaro a tutti che apparteniamo a Fiumicino come quattordicesima Località e che questo Quartiere svolge e svolgerà un ruolo fondamentale per tutto il territorio.
Ciò ancora non avviene appieno poiché il Quartiere ha avuto un momento di fermo a causa della crisi economica e della situazione di stallo che si era creata tra Comune e Costruttore e che speriamo di aver contribuito a risolvere definitivamente.
Parco Leonardo, con la sua architettura modernissima, la concezione delle piazze e dell’isola pedonale, i suoi collegamenti con la Capitale, la sua vicinanza con l’Aeroporto internazionale, l’Alta velocità, la Città di Fiumicino e il prossimo Porto Commerciale, l’Oasi di Porto e le Aree Archeologiche potrà solo avere un futuro luminoso. Sono certo che è solo questione di tempo”.
CANTO – “Nei primi anni forse era più Roma, ma Parco Leonardo nel frattempo è cresciuta, ora è un’adolescente che deve decidere cosa fare da grande. Non è più L23, il codice identificativo con cui veniva menzionata nei primi Consigli Comunali, ma un luogo dove le famiglie si sono insediate, sono cresciute ed hanno costruito rapporti veri. Prima c’erano le giovani coppie, ora sono famiglie numerose con nonni e nipoti al seguito.
E’ multietnica, aperta. Ha la porta per l’Europa a due passi e la possibilità di accogliere nuove culture. Siamo in piena evoluzione e di sicuro è più Fiumicino, almeno per come la vedo io. Mi piace girare il territorio di Fiumicino, ritengo sia eterogeneo ed offre zone diverse tra loro, questo è un pregio che deve essere valorizzato. La diversità è ricchezza e va tutelata”.
DOMANDA N.4
Qual è la richiesta che si è sentito fare più spesso?
VALVO – “Vivibilità. Questo è ciò che chiedono i Residenti. Le persone e le famiglie che hanno scelto di spostarsi da Roma per trasferirsi a Parco Leonardo hanno creduto a un modello diverso, nuovo e innovativo rispetto ai tradizionali Quartieri di Roma. Un sogno non realizzato? Direi di no perché, nonostante i problemi, tutti risolvibili, a Parco Leonardo si vive bene, negli appartamenti, nei luoghi, ancora non tutti sviluppati, culturali, commerciali e di aggregazione sociale. Parco Leonardo, ne sono certo, sarà un Quartiere molto vivibile con al centro l’uomo e tutto ciò di cui ha bisogno.
Ma allora qual é il problema? Da una parte c’è una cronica carenza dei servizi di manutenzione delle strutture, dall’altra i tempi di completamento delle opere e dei servizi non noti e troppo lunghi. S
ervono una corretta gestione di ciò che esiste e un piano particolareggiato di ciò che si otterrà con la nuova Convenzione dove si abbia l’accortezza di definire delle date certe. Un progetto è un sogno con delle date, senza queste rimarrà solo un sogno”.
CANTO – “Servizi e momenti d’incontro. Credo che non basti avere tutto a portata di mano se poi non sai nemmeno che fermate fanno i mezzi pubblici o vivere in un’area pedonale se poi non c’è la sicurezza di lasciare l’auto sotto casa senza avere sorprese.
La serenità è la base fondamentale per costruire una comunità. E la serenità si ottiene con la sicurezza. Inoltre, senza momenti di condivisione è difficile crescere o migliorare il senso civico se le persone non si confrontano su temi comuni.
I bambini ed i ragazzi sono centri d’ascolto fondamentali, ho avuto modo di incontrarli di recente, sono loro la voce di un quartiere intero. E con loro tante altre piccole realtà che chiedono solo di essere ascoltate e poter proporre progetti utili alla vivibilità di tutti. Nessuno ha la bacchetta magica, ma la forza di volontà può fare grandi differenze”.
DOMANDA N.5
Come vede Parco Leonardo nel 2030?
VALVO – “Ci sarà l’Europa nel 2030? Mi traguarderei solo al mandato Comunale. In questo periodo si dovrebbero concludere/realizzare/attivare/sistemare: 1. Le opere di urbanizzazione primaria e secondaria; 2. la stazione della Polizia Locale; 3. il Centro Anziani; 4. la Scuola di Formazione Professionale nei nuovi locali; 5. il Centro Polifunzionale; 6. il Centro Congressi; 7. Un ampio marciapiedi e due rotonde nuove sulla via Portuense di fronte al Quartiere; 8. La pista ciclabile sul lungo Tevere; 9. Un teatro stabile; 10. Il corridoio C5; 11. un miglior collegamento con l’Autostrada per Civitavecchia; 12. la Stazione Ferroviaria di Parco Leonardo.
A ciò vanno aggiunti: 1. La sistemazione del verde pubblico e privato; 2. il rilancio del Centro Commerciale e la sistemazione dei suoi parcheggi; 3. Il rilancio delle attività commerciali e dei servizi nei locali delle piazze; 4. La realizzazione di eventi di livello. Troppo? Non credo, mi sembra che tutti stiano puntando in questa direzione. Dimenticavo la Città dello Sport ma quella immagino abbia i suoi tempi. Non male se tutto avvenisse in tempi accettabili”.
CANTO – “Dieci anni non sono tanti, specie se devo considerare i tempi di un’amministrazione comunale, ad esempio. Cambiare la mentalità ed il volto di un territorio richiede tempo, pazienza e ricambio generazionale. Spero bastino a completare l’evoluzione di questo quartiere e non solo. Il discorso è più ampio, riguarda tutta Fiumicino. Da soli non si cresce, credo sia più utile ragionare su ampia scala. In antropologia si definiscono “non luoghi” alcuni spazi che esistono in virtù della consapevolezza di chi li vive.
Faccio un esempio: l’aeroporto vive grazie alla presenza delle persone che ne usufruiscono. Un aeroporto senza persone che partono e arrivano smetterebbe di esistere. Non avrebbe senso. Così è per Parco Leonardo, deve avere una coscienza, guardarsi intorno e capire che potrebbe diventare il centro nevralgico per l’Europa dell’innovazione, un hub capace di accogliere startup da tutta Italia, ma senza isolarsi dal contesto, senza tralasciare i rapporti con le altre località di Fiumicino. Deve avere la consapevolezza di essere parte di un territorio più ampio con le sue ricche tradizioni. Sono le tradizioni che fanno mettere radici e ti aiutano a solidificare i rapporti”.
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